Sunday, September 16, 2007

Home dolce home


Ho pensato che non ho ancora fatto un bel servizietto fotografico per mostrarvi un la mia dimora... per cui visto che finalmente ho avuto un bel week end tutto libero per fare un po' di nulla, eccovi una manciata di fotine:


Questo è il corridoio di ingresso, si vede in fondo la cucina, facciamo qualche passo in avanti verso il "disimpegno":


... in quanto tale non mi sono particolarmente impegnato a metterlo in ordine... svoltiamo a destra e facciamoci un giretto in soggiorno... anzi nella living room:



anche qui un po' il caos è di casa... possiamo notare sopra lo pseudo caminetto due mini-casse da computer, Sony, recente acquisto. Collegate all'Airport express mi consentono di suonare musica dal mio computer senza fili... fico no? Ovviamente la qualità è scadente, nonostante la presenza di un piccolo sub... ieri ho passato un paio d'ore a trovare una equalizzazione di itunes che potesse farle rendere alla meno peggio, e diciamo che per 29 sterline mi accontento chissenefrega :-)
E' incredibile come a volte piccole cose ti facciano d'un tratto essere a casa, continuavo a sentirmi ospite fino a ieri, quando ho suonato Dancing with the moonlight knight a tutto volume, e poi di seguito il resto del disco Selling England by the pound; mi sembrava giusto inaugurare con i Genesis... beh quando sono arrivati a The Cinema Show... non lo so... lacrimuccia... ahh casa, finalmente casa.
Immagino che i vicini non saranno altrettanto contenti :-)
Usciamo dal salottino e giriamo subito a sinistra per uno sguardo al bagnetto:


E ora fuori dal cessetto, siamo di nuovo nel disimpegno, un passetto avanti e giriamo a destra in camera da letto:


... dove questo fine settimana ho passato la maggior parte del mio tempo... finalmente...
Usciamo e ci troviamo in cucina, dove notiamo due cose:
1) devo lavare i piatti... che palle ma possibile? eppure mi ricordavo di averlo gia fatto una settimana fa... mah...
2) Alla modica cifra di nove sterle mi sono comprato un fantastico tostapane!! a sinistra, in alluminio ovviamente, in stile con un precedente altrettanto glorioso aquisto, il kettle, anche detto bollitore :-)


In fondo alla cucina, anzidetta kitchen, troviamo la porta che da accesso al giardino:


e salendo un'impervia scaletta (visibile dalla finestra della camera da letto) eccoci qua:


Oggi, domenica, ho pranzato in giardino e notando un sacco di foglie secche ho detto: ecco ora le raccolgo tutte, le metto nel bidone e do fuoco, poi taglio l'erba, poi entro in casa e lavo il pavimento, pulisco il bagno, poi lavo i piatti, stendo le lenzuola, metto a lavare altra biancheria, nel frattempo scongelo le coscette di pollo per cena, eventualmente le cucino anche mentre stiro le camice e le magliette, magari passo un po' di aspirapolvere in giro per casa... poi non lo so che è successo, devo essermene dimenticato...

Friday, September 07, 2007

Ma che ne Soho

Io lavoro a Soho.
Soho è un quartiere di Londra, delimitato a nord da Oxford Street, a sud da Shaftesbury Avenue, a ovest da Regent Street e a est da Charing Cross Road.
Il codice postale è W1, è il centro di Londra, e non solo geometrico, ma anche delle attenzioni della maggior parte dei londinesi.
Soho da oltre 200 anni è infatti il polo del sesso della capitale, con bordelli, sexy shop e strip bar; dal 2000 è stato oggetto di molti controlli della polizia, nuove leggi ad hoc sulla censura e il buon costume con conseguenza che molti locali hanno chiuso, la zona si è un po' ripulita, ma rimane sempre una certa promisquità nell'aria... e nei locali.
Da sempre motore di ogni attività animalesca, e quindi umana, il mercato del sesso ha fatto fiorire quest'area, riepiendola di ristoranti, pub, teatri, esposizioni... e così via. Soho è quindi il centro degli svaghi per tutti i gusti, zona di riferimento per tutte le età, razze e tendenze.
Tuttavia gli inglesi sono un popolo quieto, paziente e silenzioso, tranne - per compensare - il venerdi e sabato sera. La tensione sale per tutta la settimana e il venerdi si esce in orario dal lavoro, (a volte anche un po' prima) e ci si fionda nel pub di fiducia.
I piu' arditi, potremmo chiamarli gli hastates ma al posto della lancia un birrino, già il giovedi sera mettono a dura prova il proprio sistema gastrointestinale.
Uscire dall'ufficio alle 22 di un sabato sera e trovare una città in preda all'eccitazione, alle fiamme, ed essere nel centro del braciere... gente festante (e ciondolante) che insiste ad ordinare da bere, nonostante qualunque medico lo sconsiglierebbe, ma ormai è ubriaco pure lui, e impegnato a sbirciare donne scosciate ovunque, e anche con 4 gradi centigradi, gay scosciati pure loro, folletti, draghi (nelle vie cinesi), bianchi, neri, gialli tutti insieme con un unico scopo, vomitare in tutte le lingue del mondo all'angolo di una strada.
Non esistono razze, differenze, gap culturali, alfabetizzazioni, informatizzazioni, solo l'uomo e la sua tendenza all'autodistruzione; forse e' questo il lato buono della globalizzazione.

Ieri sera un ragazzo africano accanto a me sul treno mangiava carne cruda dall'odore discutibile.